"Lavoro presso me stesso" ormai è qualcosa di più di uno stato di Facebook. È una filosofia di vita, una condizione sposata da un numero crescente di persone, che scelgono di mettersi in proprio e lavorare in maniera indipendente. Queste persone appartengono alla categoria dei freelance, di cui sempre più spesso si sente parlare negli ultimi anni.
Ma cosa significa oggi essere freelance in Italia? I pro superano i contro? E quali sono i migliori lavori per chi vuole cambiare vita professionale e sperimentare la vita da lavoratore autonomo?
Spiegheremo tutto in questa guida, fornendo anche un elenco delle soft skills che ogni freelance dovrebbe possedere per soddisfare le richieste del mercato.
Freelance: significato
Iniziamo dalle basi: il termine freelance indica un libero professionista o un lavoratore autonomo che presta il proprio servizio a un'azienda per un determinato progetto o in base a un contratto.
Essere freelance significa anche essere indipendenti: non avendo alcun rapporto di dipendenza con questa o quell'altra società, infatti, si è liberi di scegliere quante ore destinare a un particolare progetto, dove lavorare e se accettare o meno altri incarichi nello stesso periodo.
Nella maggior parte dei casi, i freelance sono professionisti specializzati in un preciso ambito professionale. Appartengono a questa categoria figure come traduttori, scrittori, project manager e programmatori, tanto per citare qualche esempio.
Esiste poi un'altra tipologia di freelance, che si distingue dalla prima per l'assenza di una specifica competenza: gli operai autonomi e i cosiddetti tuttofare, senza un contratto da dipendente, rientrano appieno in questa schiera di lavoratori.
Negli ultimi anni la figura di freelance ha avuto una crescita straordinaria nel nostro Paese, merito soprattutto di un regime fiscale più agevole rispetto al passato e dell'evoluzione della tecnologia. Quest'ultima è importante perché la maggioranza dei liberi professionisti e autonomi inquadrati come freelance lavora nel settore tech, come avremo modo di vedere tra poco.
Il freelance in Italia: linee guida per inquadrarlo
Come si diventa un freelance in Italia? Bisogna prima di tutto inquadrare la propria attività sia sul piano giuridico che su quello fiscale. Dal punto di vista giuridico, la scelta ricade tra libero professionista o ditta individuale: la decisione più corretta prevede di optare per la prima forma.
A livello fiscale, invece, è necessario aprire la partita IVA e scegliere tra regime ordinario, semplificato e forfettario. Chi ha iniziato da poco a lavorare e ha ricavi non superiori a 85.000 euro annui potrebbe optare per il regime forfettario: questo permette infatti di accedere a una tassazione agevolata con aliquota al 5% per i primi 5 anni, che passa poi al 15% a partire dal sesto anno.
Per la fase di apertura della partita IVA è sempre bene farsi assistere da un professionista, così da evitare errori nella compilazione della domanda. Il supporto di un commercialista è determinante nella scelta del codice ATECO, per esempio, ossia la sigla alfanumerica che identifica la propria attività economica.
Il passaggio seguente è l'iscrizione all'INPS, necessaria per versare i contributi pensionistici in maniera regolare. In questo caso le cose sono un po' più semplici, dato che i freelance scelgono il più delle volte la gestione separata, fondo dell'INPS dedicato ai lavoratori autonomi.
L'ultimo step prevede la stipula di un contratto per freelance. A differenza di quelli precedenti, non si tratta di un passaggio obbligatorio, è però fortemente consigliato dotarsi di un documento legale per evitare qualsiasi tipo di incomprensione con i propri committenti. I due principali tipi di contratto sono quelli di realizzazione d'opera e fornitura di servizio.
Vantaggi e svantaggi di operare come freelance
Non è difficile capire perché lavorare da freelance sia il desiderio di tanti giovani. Parole come indipendenza, libertà e autonomia, all'inizio, fanno sognare a occhi aperti. Non è però tutto oro quel che luccica, come insegna un noto proverbio.
L'indipendenza, infatti, comporta maggiore responsabilità, e la libertà richiede un'organizzazione del lavoro praticamente perfetta.
Ecco quali sono i principali vantaggi e svantaggi da considerare se si è interessati a lavorare in qualità di freelance.
- Non si hanno vincoli orari
- Non si devono affrontare spese per i trasporti
- Potenziali guadagni maggiori
- Non si hanno ferie e permessi retribuiti né tredicesima
- Amministrazione e contabilità da gestire autonomamente
- Entrate irregolari
Approfondiamo meglio i principali vantaggi e svantaggi:
Vantaggi
- zero vincoli orari: non avere vincoli di alcun tipo significa poter lavorare a qualsiasi ora, senza limiti prestabiliti dal datore di lavoro;
- assenza di spese di trasporto: nella maggior parte dei casi i freelance lavorano da casa (o da appositi spazi come i coworking), quindi non devono affrontare spese relative al carburante o all'abbonamento ai mezzi pubblici;
- guadagni potenziali più alti: maggiore è il numero di clienti e il valore con cui si riesce a vendere il proprio servizio, più alto sarà il guadagno potenziale a fine mese.
Svantaggi
- addio ferie e tredicesima: lavorare da freelance porta alla perdita delle ferie retribuite e della tredicesima, due perfetti sconosciuti nel mondo dei liberi professionisti e lavoratori autonomi;
- autogestione amministrativa e contabile: quando si parla di maggiori responsabilità, il riferimento è anche all'obbligo di mantenere una gestione sempre puntuale della contabilità, tra fatture, acconti IVA, IRPEF e INPS;
- entrate irregolari: lo stipendio fisso sta ai dipendenti quanto i pagamenti irregolari stanno ai freelance, chiamati dunque a gestire il proprio reddito mensile in modo attento.
Lavori da freelance: le professioni con i migliori guadagni
Abbiamo visto come uno dei vantaggi più significativi dell'operare come freelance è raggiungere guadagni nettamente più alti rispetto a un semplice lavoratore dipendente. È vero anche però che bisogna saper scegliere lavori per freelance redditizi, altrimenti le cifre da capogiro che spesso si leggono in rete restano inavvicinabili.
Tra i lavori più remunerativi per i freelance si annoverano quelli di programmatore, web designer, developer web e grafico, più o meno dunque tutte professioni legate al settore tech. Torna, in estrema sintesi, il concetto già discusso all'inizio: se si vuole avere successo come freelance al giorno d'oggi, è importante riuscire a dare del tu alla tecnologia.
Web Developer
Il web developer progetta, sviluppa e gestisce applicazioni web e siti internet. L'obiettivo è di offrire app e portali web funzionali ed efficienti per l'azienda, senza trascurare la user experience. In genere un Web Developer ha una laurea in Ingegneria Informatica o in Informatica ma, come abbiamo spiegato nella nostra guida, ci sono anche altri modi per diventare sviluppatore web. Inoltre, segue corsi di specializzazione e di formazione per lo sviluppo web.
Un freelance web developer guadagna in media 32.000 euro all'anno. Chi vanta un'esperienza maggiore può percepire fino a 40.000 euro all'anno, al contrario uno sviluppatore web senza esperienza vanta una retribuzione intorno ai 27.000 euro.
Grafico
Il grafico, altrimenti noto con il titolo di graphic designer, progetta la grafica di un sito web insieme al web master (proprietario del sito) e al web designer. Il più delle volte lavora per agenzie pubblicitarie, riviste, case editrici, studi professionali e siti web. In ambito online la figura del grafico e quella di web designer vengono spesso confuse, ma in realtà sono due professioni molto diverse tra loro (vedi capitolo successivo).
Diventare un graphic designer freelance può rappresentare una svolta economica importante, dato che lo stipendio medio di un grafico in Italia è pari a 26.500 euro all'anno. Anche in questo caso conta molto l'esperienza o meno nel settore: un graphic designer esperto vanta infatti uno stipendio annuo fino a 50.000 euro.
Web Designer
A differenza del graphic designer, il web designer si occupa sia dell'aspetto grafico sia della struttura di un sito web. Mentre il grafico si limita a disegnare gli elementi grafici a mano da inserire poi nel sito, il web designer deve saper coniugare l'aspetto creativo a quello funzionale. Per questo motivo, deve anche essere in possesso di determinate competenze informatiche, tra cui i linguaggi di programmazione.
Esercitare la professione di web designer come freelance consente di ricevere un riconoscimento economico più che decoroso. In Italia lo stipendio medio di un web designer corrisponde a poco più di 26.000 euro all'anno, con la possibilità di superare i 31.000 euro in base agli anni di esperienza accumulati in passato.
Marketer
Il marketer è la figura professionale che fa conoscere un servizio o un prodotto a un'ampia platea di utenti. Al giorno d'oggi la professione del marketer è legata a doppio filo con il mondo online, da qui i titoli digital marketer e web marketer. E proprio per l'importanza che riveste, quella del marketer è diventata una delle figure più richieste dalle aziende negli ultimi anni.
Lavorare come freelance marketer può offrire lauti compensi da subito. Basti pensare che un professionista con diversi anni di esperienza alle spalle può ottenere uno stipendio fino a 50.000 euro, mentre il guadagno medio si aggira intorno ai 25.000 euro.
SEO Specialist
Sempre più aziende e privati affidano i loro progetti digitali ai SEO specialist, figure professionali che assicurano il posizionamento dei contenuti nelle prime posizioni dei motori di ricerca. Per diventare un SEO specialist occorre seguire webinar e seminari di guru affermati, studiare libri e articoli online, nonché mettere in pratica quanto appreso tramite la teoria.
Ricoprire la figura di SEO specialist freelance è molto vantaggioso anche per chi ha ancora poca esperienza. Lo stipendio di un semplice SEO in Italia parte da 30.000 euro all'anno e può toccare fino a 63.000 euro. Ottima anche la retribuzione media, superiore ai 37.000 euro.
Data Analyst
Anche il Data Analyst rientra tra i lavori più redditizi a cui un libero professionista o un lavoratore autonomo può ambire. L'analista dei dati è il professionista che analizza e interpreta i dati al fine di proporre ai committenti analisi particolarmente dettagliate. Per svolgere questo lavoro occorre in genere una laurea in Economia, Matematica e statistica, Ingegneria Informatica e Informatica.
Quanto guadagna un Data Analyst in Italia? La retribuzione media è pari a 30.000 euro all'anno, ma un analista dei dati con esperienza può guadagnare fino a 43.000 euro. Se invece si parte dalle basi, lo stipendio medio è di poco superiore ai 23.000 euro.
Le hard skills e le soft skills necessarie al lavoro come freelance
Lo step più difficile quando si lascia il posto fisso per diventare freelance è cambiare la propria mentalità. Per agevolare questo passaggio, è fondamentale sviluppare le cosiddette soft skills, note anche come competenze trasversali.
Rispetto alle hard skills, abilità quantificabili e misurabili, le soft skills sono meno visibili ma altrettanto importanti.
Per soft skills si intendono per esempio:
- riuscire a gestione il proprio tempo;
- capacità di pianificare autonomamente il lavoro;
- riuscire a rispettare le deadline;
- capacità di problem solving;
- curiosità e volontà di aggiornarsi costantemente.
Se è vero che il possesso delle soft skills è determinante per il proprio successo professionale, non è detto che sia semplice acquisirle. Innanzitutto, è indispensabile fare esperienza diretta sul campo, imparando dagli errori che si commettono durante il cammino. È altresì importante riuscire ad assorbire come una spugna da altre figure più produttive, oltre a fare autocritica provando a migliorarsi giorno per giorno.
Le hard skills sono invece quelle competenze tecniche richieste per svolgere al meglio l'incarico in questione. Le abilità tecniche necessarie varieranno quindi in base alla mansione specifica: se ad esempio si vuole lavorare come digital marketing specialist, è importante avere una profonda conoscenza del settore marketing, motivo per cui diventa fondamentale approfondire il mondo della SEO (ottimizzazione dei motori di ricerca) e capire nel dettaglio come va gestita ogni fase di una campagna di marketing.
Conclusioni
In Italia ci sono oltre 5 milioni di lavoratori autonomi, un dato che pone l'Italia sopra a Regno Unito e Germania. La realtà dei freelance è dunque abbastanza consolidata nella nostra nazione, dove tante persone preferiscono investire su se stesse e smarcarsi dal classico rapporto lavorativo da dipendente.
Prima di compiere un passo così importante, però, è bene sapere ciò a cui si va incontro. Pensare infatti soltanto agli aspetti positivi può da un lato illudere, dall'altro rendere più traumatica la caduta. Altro aspetto fondamentale, troppo spesso dimenticato o tenuto in disparte, è il possesso di quante più soft skills possibili, il vero segreto di una carriera da freelance di successo nel lungo termine.